Indie-R-Views | Dollaro D’Onore | Il Lungo Addio

Dollaro D’Onore sono una band italiana, nata nel 2012, che porta avanti la tradizione della musica legata agli “spaghetti western”.
Loro sono: Lorenzo Pinto (Keyboards), Gennaro Alfano (Guitars), Francesco Pellegrini (Bass), Alberto Buti (Drums).
Ci presentano il loro album che si chiama “Il Lungo Addio” (fatto uscire in occasione del compleanno di Ennio Morricone).
Iniziamo l’intervista con l’ascolto di “La mano sinistra del diavolo” (brano per tromba, solista, caratterizzato da un arrangiamento per orchestra dal mood partenopeo e una particolare variazione nella seconda parte di un’interessante evoluzione musicale).
E’ inutile dire che all’ascolto ci si sente come cullati da una melodia che tutti noi abbiamo nel sangue, nella nostra storia di spettatori che attraversa decenni e che oggi può rivivere un sapore nostalgico trasversale, forse anche rivisitato. I “Dollaro D’Onore” si prendono la responsabilità di suonare capolavori della cultura che è popolare ma allo stesso tempo alta. Ci sono i grandi nomi della composizione come ovviamente Ennio Morricone, Riz Ortolani, Luis Enríquez Bacalov. Lorenzo ci dice che Leonard Bernstein, nato con il nome di Louis (Lawrence, 25 agosto 1918 – New York, 14 ottobre 1990), compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense risulta il più semplice da eseguire. Ennio Morricone invece risulta più complicato per il suo grado di variazione nell’utilizzo di strumenti e strutture.

western
Dollaro D’Onore

In “Il Lungo Addio” a questa sfida risponde una capacità musicale ben lavorata in tutti i suoi steps. Nella chiacchierata con Lorenzo Pinto si respira genuinità, di autenticità, per il ruolo della band e per la consapevolezza della loro identità. La loro storia nasce da una passione sfrenata per il cinema, il loro nome (Dollaro D’Onore) prende spunto da “Rio Bravo”, film del 1950 diretto da John Ford (molto spaghetti western come concezione).
Ma nella “confort-zone”, così la definiamo di suonare un classico che offre “riparo”, c’è sicuramente anche, oltre alla bravura dell’esecuzione, anche il riarrangiamento e una personalizzazione che spesso sottilmente si muove verso apprezzabili variazioni. In questo confine borderline prendono forma i brani da loro composti. L’apporto di sintetizzatori (drumming più moderno ad es.) è uno spiraglio di sperimentazione che caratterizza il loro percorso creativo musicale cercando di mantenere il giusto equilibrio tra le due sponde.
L’attenzione poi la poniamo sull’incontro con il pubblico, quello del genere western per l’appunto. Che tipo di situazione si trova? Lorenzo ci spiega che in realtà è sempre una grande incognita in quanto poptenzialmente ogni volta può cambiare. Data l’eterogeneità degli ascoltatori di tale genere ci si può trovare da chi ascolta musica classica a chi tutt’altro tipo di musica. La difficoltà in realtà è nella calibrazione della strumentazione per rendere il suono il più possibile fedele alla resa sonora dei pezzi su disco. Suonare colonne sonore ovviamente richiama automaticamente a immagini cinematografiche. Nei loro live quindi si avvalgono anche della proiezione di tali sequenze, che vanno poi a sincronizzarsi con il suono. Imprescindibili i due sensi in questo caso dove probabilmente l’accostamento diviene automatico, spontaneo, quasi necessario.
Che destino possa avere il genere western nel futuro ce lo chiediamo, ma sembra convincerci quanto Lorenzo Pinto ci dice, che probabilmente rimarrà un classico con il suo gradiente costante. E per ricordare le perle che negli anni si sono diramate ci cita : Gli spietati (Unforgiven), film del 1992 diretto ed interpretato da Clint Eastwood (oltre allo stesso Eastwood, i protagonisti sono Morgan Freeman, Gene Hackman e Richard Harris). Rango, film d’animazione del 2011 diretto da Gore Verbinski, scritto da John Logan (vinse l’Oscar al miglior film d’animazione). Westworld – Dove tutto è concesso (Westworld), serie televisiva statunitense (Westworld è un parco divertimento popolato da androidi creato per consentire ai visitatori un’esperienza a tema western realistica e ultra violenta, senza alcuna ripercussione morale e legale, al costo di 40.000 dollari al giorno).
Per sapere un po’ di più, e capire se questo mondo ha dei sottomondi, magari dedicati, purtroppo ci disilludiamo, capendo che in realtà solo i così detti festival country sono ad appannaggio dello “Spaghetto”. Ci sono sì, band internazionali che si sono affermate, tipo la “Western Spaghetti Orchestra” australiana (anche se più teatrale), ma non ci sono nemmeno troppi punti di riferimento in generale. In Italia è più un Folk Americano quello dei Guano Padano.
Ci salutiamo con l’unico brano cantato, “The Buried Gun”, cantato da Simone Salvatore, che oltre ad avere un tatuaggio di Ennio Morricone (ha suonato anche in un suo concerto) conferisce al pezzo un tono più ricco d’atmosfera. (by Emiliano Tanchi, 14Mar18)

Tracklist Intervista :

1. La mano sinistra del diavolo (dedicata a Bud Spencer).
2. Il Lungo Addio (chitarra, tromba e soprano lirica).
3. C’era una volta il West.
4. The buried gun (ft. Simone Salvatore)
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“E lo chiamarono giustizia” è il video del brano di apertura dell’album “Il Lungo Addio” dei Dollaro D’Onore (girato dal collettivo John Snellinberg). A dispetto delle più frequenti sofisticazioni digitali ci piace un video che si avvale di semplici meccanismi contenutistici, come parodia, s’intende. Ma il tutto risulta facilmente leggibile e simpaticamente assimilabile.
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