Emiliano Tanchi | George Michael | One Amazing Voice

2012 Oct George Michael 081

In occasione della sua inaspettata scomparsa, è venuto spontaneo realizzare uno speciale che ripercorresse una notevole produzione musicale, spesso intervallata da non brevi periodi di silenzio, ma che nel complesso raccoglie un notevole miscellanea di collaborazioni e singoli di successi che si sono alternati seguendo le fila di un’esistenza segnata da cambiamenti e infausti eventi che hanno delineato una personalità più complessa di come l’estetica negli anni ha impresso nell’apparato mediatico. Un giovane attraente ragazzo, ereditato dalla più ingombrante scena degli anni 80’s con successi tanto indimenticabili quanto straripanti che hanno posto in essere un netto contrasto, con una seconda edizione da solista dell’artista. George Michael è sicuramente una voce del panorama internazionale relativamente sottovalutata, che ha cercato di sottolineare la sua potenza nelle varie declinazioni nel tempo. Una voce che elegantemente è passata ‘anno (solitamente accreditato alla black music), all’impasto poi elettronicoattraverso differenti contaminazioni. A partire dalla vittoria del Grammy in occasione del lontano album “Faith” come miglior soluzione R&B dell degli ultimi albums quindi ad un vero e proprio imponente concerto sinfonico. Notevoli le collaborazioni con i grandissimi della scena internazionale. Nel nostro speciale, noi (figli degli anni ottanta e di una certa Brit-Invasion) con emozione raccontiamo di una personalità che al di là dell’immagine molto chiara e prossima, ha cercato di costruire una propria riservatezza lontano da tutto. Un tutto che di contraccolpo lo ha messo, e per vicende scomode, al centro di alcuni nodi mediatici che probabilmente hanno amareggiato verosimilmente alcuni dei suoi tratti più fragili. E’ qui che ci sentiamo di dire (noi in conduzione e grazie alla mia ospite speciale Irma Violati) che ‘la fama, la ricchezza e la bellezza non possono contro le fragilità umane’. Con una certa umanità infatti ci immergiamo nell’eleganza della sua musica. Contrassegnata da quello che fu un incontro importante, ovvero quello con Elton John (nel live Aid a Wembley) che sicuramente è stato colui che gli ha aperto la strada dei live dopo il boom con gli Wham e probabilmente una più decisa piega da solista, che a sua volta ha cercato sempre di estrapolare qualcosa di prezioso nella composizione. E’ questo il riconoscimento che presumibilmente George Michael ricercava. Indimenticabile il concerto tributo a Freddy Mercury. Lui che sul palco è stato di sicuro il più convincente, ovvero quello più prossimo alla potente eredità del leader dei Queen. Varie e notevoli poi le collaborazioni in soluzione di duetti, da Lisa Stansfield a Withney Houston, passando per Aretha Franklin allo stesso Elton John. Da Astrud Gilberto a Paul McCartney e Ray Charles. Alcuni più riusciti, altri probabilmente di meno. E con collaborazioni in sede di composizione da Toby Bourke con una bellissima “Waltz Away Dreaming” ad un lontanissimo David Cassidy della scena Ottanta con un pezzo denominato “The Last Kiss”; quindi Don McLean, reincidendo la sua “The Grave” (pezzo contro la guerra nel Vietnam).  La playlist raccoglie quelle che sono alcune rarità, probabilmente trascurando altre difficili scelte che hanno seguito in questo caso un taglio dirsivoglia podcast-fonico. Non sappiamo quanto le vicende legate alle case discografiche, con le quali George Michael ha avuto negli anni un rapporto decisamente conflittuale, possano aver condizionato una lunga storia musicale, dove però, d’altro canto, si è sicuramente sviluppata poco nelle foci del gossip. E’ qui infatti che ci riesce difficile trovare qualcosa che lo identifichi nella vita privata, ancorché in un hobby ad esempio. Nelle vicende personali hanno sicuramente inciso le perdite di alcune persone importanti, in primis il suo primo amore di cui parla in un’intervista alla BBC; ancor prima di sua madre, per la quale differenti sono i riferimenti in alcuni dei suoi testi. E poi sicuramente tutto il sostanzioso travagliato rapporto con la droga e gli eccessi che lo porteranno in questo caso ad un processo catartico liberatorio a livello creativo (Outside, singolo 1998) ma che non sarà l’epilogo, se non in quel lontano giorno di Natale che ironicamente è un ritorno significativo del suo racconto di vita.

Se l’impronta compositiva a livello di testi secondo noi ha un ispessimento in avanti nel “Listen Without Prejudice Vol.1”, viene messo in evidenza quello che è stato anche secondo George stesso, il suo album preferito, ovvero “Older” ( con questo rendendo George Michael il primo artista nel Regno Unito ad avere tre singoli estratti dallo stesso album al numero uno). Tra l’altro “Older” risulta anche essere il 97° disco più venduto di tutti i tempi nel Regno Unito. Oltre a sottintendere  una realizzazione dove i tratti sono quelli più dichiarati e probabilmente coscienziosi delle fragilità di cui abbiamo parlato.

Oltre all’impegno nel progetto Band Aid di cui sopra, anche la famosa “Last Christmas” ha avuto un’estensione benefica con i diritti donati al medesimo progetto. Beneficenza che troviamo anche nella collaborazione in “Do They Know It’s Christmas?”. E poi Mandela Day (con esibizioni per gli storici pezzi quali “Sexyal Healing” di Marvin Gaye, “Village Ghetto Land” di Stevie Wonder e “If You Were My Woman” di Gladys Knight.

Quale anima di George Michael, senza l’appiglio di voler mai strafare? Quella più pop e animata o quella in giacca, più composta ed impeccabile? Quella più Soul, Funky, R&B o Pop? Sicuramente un atteggiamento serio nei confronti della Musica alla quale ha dedicato tutta la sua vita. (29Gen16, Emiliano Tanchi).

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Tracklist:

Jesus to a child
A different corner
Waltz Away Dreaming by Toby Bourke
My mother had a brother
These are the days of our lives
Precious box
Killer / Papa was a rolling stone
The last kiss by David Cassidy
The grave 
Tonight
They won’t go when i go
Wild is the wind
Praying for time
Don’t let the sun go down on me
Somebody to love
Calling you
This is not real love
As
I knew you were waiting
Club tropicana
The strangest thing
Flawless
Outside
Amazing
Space oddity by David Bowie
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