Top Concert – Live | Sade | Bring Me Home Live 2011

Helen Folasade Adu
SADE

Non è importante se sono trascorsi alcuni anni dall’ultima pubblicazione “Bring Me Home Live 2011“… e si sa, un anno nell’epoca del digitale non è propriamente, come peso specifico, uguale ad un anno trascorso prima degli anni 2000 (anno in cui esce “Lovers Rock” di Sade). Già perché sebbene gli intervalli tra un’uscita discografica e l’altra possono essere considerevoli, Sade, ovvero Helen Folasade Adu è una delle poche artiste che può permettersi di ritornare sulle scene e trovare numericamente gli stessi che l’avevano ‘lasciata’ anni prima. La sua musica di qualità è qualcosa di unico, a sensazione, direi senza tempo. Quei pezzi storici che solamente lei può cantare e che sono praticamente insostituibili, quasi facessero parte a sé.
Naturalmente c’è l’eleganza di un personaggio simbolo degli anni ’80, l’eleganza che probabilmente trova la sua trasposizione anche nella musica, è qualcosa che non ha tempo, che non si può costruire, qualcosa che appartiene più che mai a chi la detiene e che non può svanire. E’ quell’eleganza mista a sensualità che si ritrova nelle movenze, nello stile di un’esibizione degna di nota e che all’attenzione pone uno dei concerti assolutamente top nella scena internazionale. Lei che è Diva pur non facendo la Diva. Lei che durante le pause dalle scene, cresce una figlia, si occupa di piante e conduce una vita quasi casalinga. Lei che ama la riservatezza e cattura l’attenzione dopo quasi un trentennio vincendo addirittura un Grammy al suo ritorno, così, come nulla fosse.

Helen Folasade Adu
SADE

E’ lei, è Sade, britannica, probabilmente sconosciuta alle nuove e prossime generazioni, ma che forse ad oggi non ha eguali che possano anche più lontanamente sostituirla o farla ricordare.
Vedere il suo concerto di cui facciamo menzione è un’esperienza emozionante, un paio di ore di ottimi musicisti che arrangiano e riadattano pezzi storici ad altri più recenti con una continuità che ti cattura, dove tutto il resto, a parte Il cardine assoluto incarnato e vestito da Sade è fatto di una scenografia parimenti elegante, minimale e sapiente.
Da menzionare l’ultima partita finale con il pezzo “Cherish The Day” (singolo del 1993) dove lei, si alza effettisticamente, grazie anche ad un drappeggio semitrasparente che cade innanzi ad uno sfondo in bianco e nero, nel cielo e sulle alture metropolitane New Yorkesi, in una percezione eterea, seducente e ribadiamolo, assolutamente elegante.
Lontani i tempi ed i backgrounds storici di una donna di colore, di origini africane, in una britannica a matrice sostanzialmente bianca, ma che cede il red-carpet ad Adu che nel 2002 è stata insignita del titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico per i servizi resi alla musica, (Lei ha dichiarato che il suo premio è stato “un grande gesto per me e tutte le donne di colore in Inghilterra”) e che con “Diamond Life” – 1984, ha venduto oltre sei milioni di copie, diventando uno degli album di debutto più venduti degli anni ’80, e l’album di debutto più venduto in assoluto da una vocalist donna britannica. Nel 2010 The Sunday Times l’ha designata miglior solista d’Inghilterra di tutti i tempi. Nel 2012 Sade si è piazzata al numero 30 della classifica delle “100 donne più grandi della musica” di VH1. (di Emiliano Tanchi).

Questo il concerto “Bring Me Home Live 2011″, Buona Visione!!!

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