Indie-R-Views | Gionni Dall’Orto | The Half Of Mary

Gionni Dall’Orto, produttore, ci parla della sua band-progetto “The Half of Mary” (Nome che è frutto di un vissuto onirico di Claudio Tosi: ‘…Un corpo di donna che si vede staccarsi dal proprio rimasto a terra nei pressi di una palude, alzandosi e allontanandosi da quel corpo che tentava di ricongiungervisi…’ e di cui anche il titolo di un brano omonimo che è rimasto però ancora nel cassetto). Voce assolutamente singolare e particolare quella di Claudio Tosi, uno spaccato ampio con elementi allo stesso tempo raffinati, potenti e delicati e che è anche autore principalmente dei pezzi. Un’energia che ha un respiro internazionale, un album che raccoglie tanti brani che sono stati partoriti nel tempo da un anno e poco più, nella tranquillità e con l’attenzione qualitativa che fortunatamente potrebbe aver giocato un ruolo fondamentale. Ci interessava capire anche le caratteristiche di ciascun componente della band, per capire il segreto che muove quelle qualità oggi sempre più rare e appetibili seppur da un pubblico sempre più ristretto.

The Half Of Mary
The Half Of Mary

Gionni ci racconta così degli altri componenti della band:

Andrea Allulli (keyboards): “animale di fuoco, un personaggio che non ha mai fatto un progetto cantautorale personale ma è stato importante per la produzione di parti musicali come Videogame e Ruins ad esempio, senza mai essere banale.”

Maurizio Sammicheli (guitar): Produttore insieme a Gionni, curando la fase dell’ottimo mixaggio, un buon e lungo lavoro come abbiamo accennato, dipendentemente dalle varie disponibilità logistiche che però potrebbe esser stato elemento fruttuoso…contenti del risultato. Maurizio ha partecipato alla scritturazione del pezzo di “Afraid of beauty”, dal testo sempre di Claudio.

Luca Taverni (drum): Il suo un altro contributo notevole, dalla registrazione, insieme a Maurizio e lavorando ad un’associazione che sta accanto al Sonar dove “si fanno concerti grossi quasi tutte le sere” e che si è occupato anche delle batterie negli arrangiamenti. Molto interessante questo elemento, quello del ritmo che offre un impronta decisiva nei pezzi. I quali nella loro particolarità non hanno fortunatamente un’idea ritmica piuttosto l’attingere a differenti generi. Caratteristica che dal vivo si amplifica maggiormente come effetto con i vari reef, sia a suonarlo che ad ascoltarlo.

Claudio Tosi
Claudio Tosi

Tornando a parlare dell’ultimo album “Ruins” si pone l’accento sull’impronta musicale che sicuramente è figlia di anni importanti come gli 80’s, senza avere una linea demarcata, ma quelle sfumature vengono fuori come un colore che si mescola nel sangue e porta quanto di spirituale la musica può aver condizionato nel cuore e nelle emozioni chi l’ha direttamente e contestualmente vissuta. L’ascolto di tanto materiale, in un periodo fertile di riferimento, come anche quello degli anni ’70 porta benefici anche di un ecletticismo desiderato. Primi dischi comprati da Gionni: Due, rispettivamente di John Mccluskey e Jimi Hendrix…e la preferenza per il brano “Flame” del loro album “Ruins”, un pezzo semplice al quale si sente legato. Ma la soddisfazione è massima per l’intero lavoro “Ruins” dei “The Half of Mary” che … al quale si sente di dare, su mia domanda, un bel 10!!! Credo che complessivamente sia un voto non lontano dal reale. (Emiliano Tanchi, 23 Mar 16)

Colore rappresentativo: ‘qualcosa di luccicante!’

Playlist intervista:
1.Shiva rasta road
2.See
3.Ruins
4.Videogame*


Acquista album: Ruins

http://www.thehalfofmary.net


*video registrato da Maria Pecchioli, regista anche del film “Lei disse si”

http://www.lezpop.it/lei-disse-si-documentario-matrimoni-gay-anteprima


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